Cielo di
marzo tutto nervi e argento vivo.
Fa le
smorfie e capricci muta umore all’improvviso
tormenti le
erbette del prato:
è fiorito il
bianco spino,
ci salutan
le violette sulla riva del ruscello
modeste
primule, ci danno la speranza
di canti di
primavera.
Uff che
ventaccio.. fischia su per la gola del camino
penetra attraverso
le fessure degli usci
guai
lasciare le porte aperte sbam sbam!! che botta…..
Sento,
lontano, un’arpa tintinnare, sbuffa e frulla
mulinelli di
polvere, rami rotti corrono di qua e la.
Ora è
proprio sgarbato.
Ai naviganti
in mare,
le vele fa
gonfiare.
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